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martedì 7 ottobre 2008

Rose -alcune immagini- e un po' di storia

Rose è un comune di 4.365 abitanti della provincia di Cosenza.















Cittadina dal panorama affascinante, si affaccia sulla valle del Crati. Rose dista 19 km da Cosenza, 20 km dalla Sila e 30 km dalle spiagge del mar Tirreno.






Rose ha un ampio territorio che si estende dalla valle del fiume Crati fino a Varco San Mauro: 1300 m sopra il livello del mare.






























Il Il territorio montano sopra i 900 m, ricco di pinete, costituisce l'ambiente ideale per la produzione di funghi. Sul resto del territorio vi sono diversi insediamenti produttivi di olio, vino, castagne e fichi .
Sul territorio è ancora presente l'attività artigianale: nel campo edilizio, del ferro battuto e del legno. L'artigiano ligneo ha sempre rappresentato il punto di forza della creatività rosetana, testimonianze di ciò restano nelle Chiese e nelle abitazioni.









Particolare del soffitto a cassettoni della chiesa S. M. Assunta, meglio nota come della congrega

Fondatori di Rose furono dei profughi di Troia, la città distrutta dai Greci nell'VIII secolo avanti Cristo.

Sul territorio Rosetano pullulavano le botteghe artigianali. C'erano la bottega del fabbro (forgia), del falegname, del calzolaio (scarparu), del sarto. L’apprendimento di un mestiere, da parte di un giovane, era considerato un ottimo investimento (mparati n'arti ...). Era il capo famiglia che sceglieva e contattava il proprietario (“mastru”) della bottega in cui il figlio doveva apprendere il mestiere.











Un'altra attivita' che a Rose va per la maggiore e' imparare la musica sin da piccoli. Tanti sono i/le ragazzi/e che dopo la scuola prendono lezioni di musica dagli anziani del paese. Si nota benissimo dalla foto il nonno, direttore della banda, con i nipotini piccoli di lato anche loro musicisti in erba e uno di loro e' l'attuale direttore della banda del paese. Nello specifico sono mio nonno Antonio, mio cugino Massimo (quello col cappello) e mio cugino Lorenzo anche lui componente della banda fino a poco tempo fa, ma ancora appassionato di musica.















Particolare della chiesa dei cappuccini riformati risalente, probabilmente, al 1400 e Chiesa Madonna delle Grazie
















"La pacchiana" il costume nella versione dei giorni feriali



Un piccolo assaggio delle tradizioni che si ripetono ancora oggi ove possibile


Il Natale rosetano.
La sera della vigilia si pone nel caminetto un grosso ceppo di legno che rimane acceso per tutta la notte. Dopo la cena, si lascia la tavola imbandita in segno di ospitalità verso la Sacra Famiglia, che secondo un'antica credenza, potrebbe avere bisogno di rifocillarsi



Processione del Sabato Santo - Pasqua.
Noto anche come u carvariu, il calvario, è un pellegrinaggio spirituale, cui prende parte tutta la popolazione seguendo i simulacri dell'Ecce Homo, Crocifisso, del Cristo morto e della Madonna Addolorata. Si recita u' rillogiu, l'orologio, un antico componimento che sintetizza gli episodi della passione del Cristo e si cantano inni popolari affidati al coro maschile.


Corpus domini - giugno. Alla celebrazione eucaristica segue il corteo dei fedeli accolti con coperte ai balconi e petali di papavero sulle strade. Quest'anno, dopo molto tempo, ho rinnovato la tradizione anche qui in provincia di Roma.

Uno dei primi piatti preferiti dai rosetani sono i maccheroni al sugo.














In inverno, oltre a salsicce e soppressate







si preparano frittule (ossa di maiale bollite) e garazzi (scarti di carne di maiale bolliti).
La gastronomia natalizia prevede un menù fisso: pasta cu ra muddrica (pasta con la mollica), baccalà, verdura lessa, frutta fresca e secca. Grande varietà per i dolci: scaliddri, turdiddri, cassateddre (ripiene di ricotta o marmellata di uva), 'mpigliolati (sfoglia dolce riempita con miele, noci, buccia di arance). Nelle feste di Natale postero' sia i salati che i dolci.
A Pasqua si preparano a cuddrura
e i cuculicchji (pasta di pane decorata con uova).

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