Andremo in un meravigli oso posto
mare pulito, buona cucina, ospitalita' schietta e sincera, storia e soprattutto vigneti e buon vino
Per scelta abbiamo deciso di allontanaci da tutte le comodita' elettroniche che il nostro tempo ci mette a disposizione. Ci rivedremo fra due settimane. Sono certa mi mancherete immensamente, ma non vi lascio soli, venite a trovarmi e giocate con me. Vi lascio un nuovo post aprite il link in basso e divertitevi
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Posto a cavaliere di una collina, esposta ai venti da tutti i lati, a 360 metri circa di altitudine, Cirò ha un territorio esteso per due terzi in dolce collina salubre e ben coltivata, il rimanente in pianura vasta e ricca di vigneti, oliveti e agrumeti. Ad oriente si contemplano la verdeggiante pianura dell'Alice ed il Mare Jonio, a occidente i monti di San Nicola dell'Alto, Carfizzi e piu'sotto di Melissa e Strongoli, a nord-est i monti di Umbriatico e di Crucoli. La natura del suolo è in parte sabbiosa e in parte cretosa. Alcuni storici ne fanno risalire l'origine all'alto medioevo, ma la sua storia è millenaria. Infatti, al IX sec. a.c., risalgono le sei asce ad occhio, in bronzo non rifinite, senza filo di taglio, rinvenute sul colle di S.Elia. Altri giacimenti furono riportati alla luce nelle località Cozzo Leone, Cozzo S.Sotero, Serra Sanguigna, Santa Maria del Casale. Tutto ciò induce a credere che in età preellenica, in Cirò e nei suoi immediati dintorni erano sparsi vari villaggi, ma poche sono le traccie dei loro antichi abitanti; ma la presenza di un luogo di culto indigeno che svettava sul promontorio dell'Alice, preesistente, all'arrivo dei greci, ci induce a credere che la civiltà di queste popolazioni indigene non era tanto rozza e primitiva. Dopo l'VIII sec. a.c. approdarono sul litorale i coloni greci e fondarono la città di Crimisa. Quale zona comprendesse e quale ne fosse precisamente l'estenzione, è oggetto di diatribe tra storici e archeologi. Alcuni, con dotte argomentazioni, la collocano nella zona litoranea che corrisponde all'odierna Cirò Marina, altri adducono tesi contrarie e pensano che la città sorgesse sui colli sovrastanti il litorale cirotano. Qualunque sia stata l'ubicazione, certamente la scelta del luogo fu dettata dalla scelta della presenza di un'ampia e fertile pianura, di acque salubri e abbondanti, di fitti boschi ricchi di legname e selvaggina. Crimisa col tempo conobbe una grande fioritura e fama di città sacra per la presenza del tempio di Apollo Aleo sul promontorio della Lice e di altri luoghi di culto, i templi di Venere, di Cupido, di Bacco e di Giunone. Un posto di primo piano occupavano nella sua fiorente economia l'ulivo e la vite che i coloni greci estesero anche alle pendici collinari. I vigneti di Crimisa, celebri nell'antichità, sono tuttora fonte di ricchezza per gli abitanti di Cirò e del suo circondario. Per tutto il periodo magno-greco coesistettero nel territorio di Cirò una città, forse costiera, e più villaggi, sparsi sulle colline retrostanti, il principale dei quali era "Ypsicron"(l'odierna Cirò). Perchè e come scomparve Crimisa ?Forse l'inizio della sua decadenza inarrestabile si ebbe con la seconda guerra punica, quando la città greca fu percorsa, predata e saccheggiata dagli eserciti romani e cartagginesi. Altre sequenze di distruzioni subì Crimisa durante la guerra gotico-bizzantina che fu fatale anche a molte altre città greche dislocate sulla costa jonica. Più tardi, quando dall'VIII al X secolo si batte sulla città la furia dei saraceni, la necessità di sopravvivenza divenne per i suoi abitanti un problema reale e urgente. Stanchi di lotte, di sangue e di privazioni, cercarono la salvezza sulle colline soprastanti, provvosti di una difesa naturale, andarono a ingrossare i villaggi preesistenti, tra cui Ypsicron. Crimisa, abbandonata dall'opera dell'uomo, lentamente scomparve inghiottita dalle paludi; della città greca oggi non rimane che il ricordo. Mentre Crimisa tramontava, Cirò sorgeva a nuova vita. L'originario nucle urbano che era ubicato nella zona selvaggia del portello, ben difeso con i suoi fianchi dirupati a strapiombo sulla roccia, si ampliò notevolmente per l'apporto degli abitanti della costa scampati alle spoliazioni, ai saccheggi, alle insidie del mare. Intanto Cirò registrava un ulteriore flusso immigratorio, quello dei monaci basiliani che si stabilirono nelle località Maddalena, Sant'Opoli, Fringiti e numerose grotte eremitiche dove vivevano in solitudine e in preghiera. Ancora oggi restano nella topomastica locale echi bizzantini: i monumenti, il Cozzo del Convento, croci minute, significativi di una presenza basiliana nel nostro territorio. In età bizzantina, a Cirò come nel resto della Calabria, fiorì la vita religiosa.
Un caro saluto a tutti